La storia ci riporta con il cuore e con la mente ai tempi in cui i cavalieri cavalcavano ancora un solo cavallo per volta e, per di più, in carne ed ossa.
La leggenda narra di un cavaliere solitario che, in sella al suo destriero di ritorno dalle crociate, percorreva in salita un sentiero di montagna in una tranquilla giornata di sole. In alcuni tratti egli godeva nello spronare il suo cavallo per sentire il vento attraverso le fessure della sua pesante e calda armatura per poi rallentare e godersi i rumori del bosco che stava attraversando.
Più in alto e più in là verso l’orizzonte si scorgevano già le torri del castello dove era diretto, finalmente casa.
Inutile sottolineare come al cavaliere si illuminarono gli occhi dalla gioia.
Poco più avanti il cavaliere scorgere in lontananza ed in direzione contraria la figura di un altro cavaliere che si avvicinava.
Quando i due si incrociarono, quello proveniente dal castello, sollevò la mano sinistra e con l’indice ed il medio disposti a “V”, esclamò: “Mi spiace amico, arrivi 2! La principessa l’ho già soddisfatta io.” e si allontanò al galoppo…
Ecco quindi come è giunto fino a noi, cavalieri di oggi, il gesto di salutarsi con le classiche dita a “V”, poiché quello che non saluta, automaticamente impersonifica il cavalier cornuto…
Il Mito vuole che il classico saluto a “v”, che si effettua alzando indice e medio della mano sinistra quando scorgiamo una moto in direzione opposta alla nostra, sia originato da questa storia.
Verità o leggenda poco importa.
Quello che conta è la passione che lega la grande famiglia dei biker. Sei dei nostri?